CHIESA PARROCCHIALE SANTA MARIA DEGLI ANGELI

Edificata dalla comunità a partire dal 1626, ampliata nel 1764 ad opera di Sebastiano Riccati, (secondo un altro documento da Bernardo Vittone), accoglie nel suo interno un prezioso fonte battesimale del 1450, commissionato dal castellano agli Zabreri, artisti della Val Maira, per l’antica parrocchiale del Castello e qui trasferito alcune decine di anni or sono.


All’interno si trova un bellissimo organo costruito nel 1906 da Francesco Vittino della celebre famiglia degli organari di Centallo.

L’attuale chiesa parrocchiale fu edificata a partire dal 1627 poiché, dal momento che molte famiglie avevano cominciato a costruire case ai piedi della collina, si era resa necessaria una chiesa più facilmente accessibile che quella del castello. All’inizio, tutta la popolazione partecipò con impegno ed entusiasmo alla costruzione, ma dopo poco tempo sia a causa dello scoppio della peste sia per le razzie compiute dai soldati francesi, i lavori vennero abbandonati. 

Nel 1631, però, Valerio Saluzzo della Manta si assunse la responsabilità di portare a compimento i lavori e fece costruire in pochi mesi le mura perimetrali e il coperto, ma poi per motivi ignoti si fermò.

Solo nel 1672 la comunità decide di portare a termine i lavori e nel giugno dell’anno dopo la Chiesa è terminata.

Verrà poi consacrata nel 1701 alla presenza del Vescovo, del Vicario Generale e del sindaco.

Il campanile, in mattone grezzo, di forme slanciate, fu eretto nel 1746 utilizzando per la base anche materiale in rovina della chiesa di Santa Maria del Monastero; nello stesso anno venne anche realizzata la balaustra di marmo bardiglio di Paesana.

Sulla semplice facciata spicca una tradizionale rappresentazione della Santa Sindone, recentemente restaurata grazie ai fondi, stanziati per il “percorso sindonologico” in occasione del Giubileo dell’anno 2000.

L'INTERNO

Sopra il portale d’ingresso si trova un bellissimo organo costruito nel 1906 da Francesco Vittino della celebre famiglia di organari di Centallo.

Dietro l’altare maggiore si può ammirare la pala della Madonna degli angeli a cui la Chiesa è dedicata, realizzata nel 1850 da Luigi Grossi, che per questo quadro ottenne un giudizio molto positivo all’esposizione d’arte del Valentino. 

Ai lati dell’altare trovano posto due grandiosi affreschi laterali rappresentanti la predicazione di Gesù sul monte e Mosè che scende dal monte Sinai con le dodici tavole (entrambi sono realizzati intorno alla metà del 1800). Sempre in quegli anni la chiesa fu ornata di stucchi e decorazioni.

Di recente i lavori di restauro hanno comportato la sostituzione del pavimento e il restauro conservativo della volta e delle pareti interne. 

FONTE BATTESIMALE

Alla Manta, la chiesa parrocchiale di Santa Maria degli Angeli conserva il fonte battesimale proveniente da quella più antica dell’ Assunta, l’ecclesia de Burgo, posta vicino al castello: dal 10 dicembre del 1450, accoglie i nuovi venuti nella comunità parrocchiale. 
Esso appartiene alla serie dei manufatti solitamente attribuiti alla bottega dei fratelli Stefano Costanze Maurizio”de Zabreriis de Paglierino” ( gli Zabreri o meglio, per il segno abbreviativo iniziale simile ad una z per Ch, Chiabreri), i lapicidi noti per il contratto che li impegnava nell’esecuzione del portale maggiore della chiesa dei Santi Ponzio e Andrea di Dronero (1455).
Il fonte riproduce le forme di un calice ottagonale , e nella fascia del bordo corre l’iscrizione con i primi versetti della professione di fede cristiana, e la data:

Credo [in] Deum patrem onnipotente[m], [crea]torem celi et tere.    M°CCCC°LL

A fianco della parola credo è presente il consueto segno di interpunzione, formato da due foglioline d’edera affrontate, disposte in guisa di S.
Sul nodo, al centro del fusto, ritroviamo le lettere delle iniziali delle parole del saluto angelico che si svolge in senso antiorario:

A  M  G P d T B.

Sul piede sono ricavate quattro foglie alternate a quattro scudi araldici, uno di Saluzzo e due di Saluzzo-Manta: d’argento al capo d’azzurro,il primo; lo stesso allo scaglione di rosso, i secondi. Il quarto scudo, con un’esecuzione irregolare, si presenta trinciato, proponendo le insegne dei Barge (trinciato di rosso ed oro), già antichi signori della Manta.

Non è inconsueto, ma prassi comune, apporre sui fonti battesimali e sulle fontane pubbliche i blasoni del signore, del suo rappresentante ufficiale, della comunità, a ribadire la presenza con l’esibizione dei segni del potere in funzione di parata e di protezione.
La non esatta corrispondenza fra la coppa ed il piede è dovuta ad un’antica messa in opera, forse al momento del trasporto dalla chiesa  prope castrum alla prima sistemazione nella nuova parrocchiale .Sono presenti alcune rotture, che però non ne pregiudicano la lettura.

Le lettere sono alte 11 cm., larghe 3-3,2 cm, inscritte nello specchio epigrafico di 10x27 cm., uniformi e serrate e sono realizzate come semplici listelli. 

La presenza dei versetti del Credo e dell’Ave Maria non è casuale, ma risponde alle esigenze dei programmi liturgici, con un messaggio ben preciso ai fedeli. Il fonte presenta gli elementi della catechesi del battesimo con un discorso unitario che valorizza e lega ogni singolo elemento decorativo. La professione di fede trinitaria da parte dei richiedenti il battesimo è ridotta alla sola prima fase, privilegiando l’aspetto di nuova creatura operata dal battesimo. L’attenzione si sposta dall’iniziativa di Dio Creatore alla Vergine: Maria  fonte e sostegno della fede, è richiamata dal saluto angelico scritto sul nodo che regge la tazza dell’acqua santa: alla Vergine, Madre della Chiesa, è affidata la creatura che viene battezzata.

da “Un documento sulla committenza di un fonte battesimale  quattrocentesco per la chiesa parrocchiale della Manta “    di G. COCCOLUTO                                             

 

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